Valentina & Marco
02 settembre 2011
Sono passati 4830 giorni dal nostro matrimonio

30 giugno

Mi ricordo che era stata una serata strana, c’era musica, tanta gente ma Marco mi assorbiva completamente, mi ricordo quel muretto, mi ricordo di aver fatto centro con Ken Follet.

Mi ricordo che ero confusa nel senso che mi sentivo già dipendere dall’opinione e dall’affetto di Marco.

Stavo bene, sono felice, mi sento come non mi sono mai sentita prima, come quando si alza una brezza leggera, come un canto a squarciagola con un coro di 80.000 anime, come una corsa che ti lascia senza fiato, come il mare limpido,  come il sole caldo, come quando dietro una curva scopri un paese stupendo, come quando un pesce con il rossetto ti strizza l’occhio, come un giro in moto e una mangiata al bar Roma,

come un paio di Marc Jacobs pagate due lire, come l’isola della Giudecca, come un tuffo in discesa libera dove neanche i piedi possono frenarti, come la Champions, come un canto libero, come un tenero agnellino, come quando in un momento terribile, ti basta voltarti, incrociare uno sguardo per non sentirti sola.

 Estate 2002, eravamo in macchina, c’era ancora il festival bar con i suoi tormentoni, quell’estate le canzoni più gettonate erano “Asereje ja deje...e Vasco con  “Ma dove vai tanto oramai sei mia”  nel mio cuore poche note, un ritornello, la mia estate era stata segnata per sempre, una canzone, una sola, che mi inseguiva come un’ombra, ieri, oggi e per sempre:

 "Giorni liberi non ne ho davvero
giorni che io posso
stare anche un'ora senza te
il mio amore e'
una storia a tempo pieno
ventiquattro ore
sette giorni
dodici mensilita'
posso stare in apnea
due minuti
dopo tre secondi
muoio se io non respiro te
posso digiunare un giorno
od anche tre
ma non posso stare
un'ora senza che io mangi te
che e' successo
non lo so
che m'hai fatto
non lo so
so soltanto che se te ne vai
io moriro'
che e' successo
non lo so
che m'hai fatto
non lo so..."


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